“Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno in un modo peggiore”. Sigmund Freud

Mi rifaccio a questa frase del grande Sigmund Freud per evidenziare quanto sia deleterio per la nostra persona non esprimere e talvolta reprimere la parte emotiva di noi stessi. Tutti noi viviamo costantemente immersi in un mondo di emozioni, ma non sempre abbiamo la forza mentale per poterle esprimere.

Ma cosa sono le emozioni? Quando parliamo di emozioni ci riferiamo a qualcosa di diverso dai semplici sentimenti e dagli stati d’animo; esse sono, infatti, stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche e/o a stimolazioni interne ed esterne; hanno un’importante funzione autoregolatoria e relazionale. Il loro ruolo è fondamentale e la capacità di esprimerle consente (anche se a volte non se ne ha piena coscienza), il raggiungimento di un benessere psico-fisico. Questo accade poiché possiedono, come accennato in precedenza, un’importante funzione relazionale, favorendo ovvero la comunicazione interpersonale e autoregolatoria, che porta ad una comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche.

In altre parole, le emozioni ci aiutano nella relazionale con l’altro, essendo esse una forma di comunicazione e consentono al singolo individuo di analizzare ciò che prova, comprendendolo al meglio.

Ma, l’esperienza di vita ci dice che non sempre ciò avviene e talvolta, la paura di esprimersi porta a reprimere ciò che si sente, producendo così una sorta di annullamento di quella che è la nostra sfera emotiva. Tale processo è quanto di peggiore possa esserci, poiché le ripercussioni che ne derivano si concretizzano sia a livello individuale con disagi e difficoltà psico-fisiche (attacchi di panico, ansia, gastrite, mal di testa), sia a livello relazionale, con disagi relazionali e sociali (difficoltà di comunicazione con l’altro, incapacità nel farsi comprendere, timore del giudizio, etc.). Tutto questo porta in noi grandi sofferenze e gli eventuali disturbi che possono scaturire non sono altro che un’espressione disfunzionale di qualcosa che non va o di qualche tassello che non si è riusciti a esprimere e “tirar fuori” in altro modo.

Allora, il mio invito è quello di far emergere sempre la parte emotiva di noi stessi, attraverso qualsiasi mezzo che si possa avere a disposizione (la parola, la musica, la scrittura, il disegno, i colori, la danza, etc.)

A partire da questi esempi, prossimamente, inaugureremo dei laboratori emotivi-creativi attraverso cui si cercherà di dare forma alla parte più nascosta di noi stessi. Vi aspettiamo!